Ciao a tutti, stiamo raccogliendo del materiale per le nostre
iniziative, mentre il cantiere fisico della talpa sta scaravoltando i
locali per renderli più confortevoli e accoglienti.
Nel frattempo,
ci potreste raccontare qualcosa voi: se avete letto un libro che vi ha
sconvolto la vita, potete raccontarcelo e condividerlo con noi in un
massimo di 2000 caratteri (spazi inclusi).
Anzi, facciamo così, cominciamo noi...
IL FORZIERE DI ZANZIBAR, DI AIDAN HARTLEY, EDITORE FUSI ORARI 2005
So
che c'e' una ragione per leggere, e questo libro è nella mia libreria a
testimoniarlo. Più volte ho avuto il bisogno di leggere pagine e pagine
a qualcuno, per condividere le emozioni che traboccavano. La qualità
straordinaria della scrittura, l’empatia, la forza... Ci sarebbero molte
cose importanti da dire. Ma continuo a leggere pagina 187 una frase di
Jonathan (“Quando non sai se fare una cosa o no”, mi disse una volta il
mio caporedattore Jonathan bevendo una Tusker, “pensa soltanto a quello
che vorrai ricordare quando sarai un vecchio rincoglionito. Mi piace
immaginarmi in una sedia a dondolo, con una coperta sulle ginocchia, una
tazza di cioccolato accanto, e un sorrisino che mi spunta sulle labbra
ripensando a cosa ho fatto da giovane...”), e pagina 443 (La vita è una
distesa brulla da attraversare, e lungo la strada vedremo miraggi
danzanti che possono confonderci e qualche raro pozzo a cui attingere la
nostra speranza. Ma noi ci gettiamo nel viaggio, e quando è compiuto,
anche se abbiamo imparato che ogni esperienza implica la perdita di
qualcosa di caro, ciò che resta nella memoria è l'amore”.). E' molto
strano. E' un libro pieno di sangue e violenza, ma io sento un forte
senso di amicizia, e più di tutto, talvolta durante la lettura mi
sembrava di scorgere piccoli brandelli di un significato per il viaggio
di tutti noi. Come il plancton nell'oceano, ti piacerebbe toccarli, ma
non è possibile. La luce è visibile soltanto ad una certa distanza;
sulle tue mani troverai soltanto acqua.
Aspettiamo i vostri contributi!!!!
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